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Dai Castelli ammirando Totti alla Rocca per essere sé stesso: Ciofi e Cesena, sentirsi a casa

Cesena Ciofi

Credit: Luigi Rega

A volte è l’unico in cui vorresti trovarti. Altre è quello dal quale scapperesti. Consapevole che tornerai perché la sicurezza e la forza che ti può dare non le troveresti altrove. Puoi amarlo, odiarlo o rinnegarlo. In lui ritrovi te stesso. Un luogo del quale siamo la continuazione. Casa è dove si è sé stessi. Lì risiedono il nostro passato, col quale analizziamo presente e immaginiamo il futuro. Casa: Cesena e Andrea Ciofi. Dove il sorriso può diventare lacrime perché qui non si ha paura di mostrare le proprie fragilità: famiglia. Con la quale un viaggio iniziato fra i dubbi e le incertezze può diventare (B)ellissimo!

Diventare un simbolo: la (B)ellissima riconoscenza di un “giovane vecchio”

Ergere muri. Innalzare il livello delle costruzioni. Strategie di sopravvivenza. Protezione di valori e tradizioni. È con questi intenti che nel 1380, sulla collina più strategica, il Colle Garampo, iniziano i lavori per l’edificazione della Rocca Malatestiana. Contornata da un’imponente cinta muraria, con sette torri che svettano verso il cielo per cogliere in anticipo le mosse dei nemici. Così i Malatesta proteggono la loro Cesena. “A difesa della nostra città”. Un motto che corre nella storia. Attraversa avvenimenti e ritorna sempre attuale. Anche all’Orogel Stadium dove il detto diventa legge. Lì, dove a costruire muri c’è un ragazzo che ai piedi di quella Rocca trova la sua dimensione. Un destino già delineato per chi nasce avvolto nel contesto dei Castelli Romani: a Marino nella città metropolitana di Roma Capitale. Lui è Andrea Ciofi. Il “giovane vecchio” del Cesena che scrive pagine d’amore e passione in bianconero (LEGGI QUI). Piedi saldi a terra e senso del dovere che supera i normali canoni della responsabilità. Riconoscenza verso chi rende realtà un sogno iniziato come un incubo. Uno sciagurato infortunio nella prima fase di una stagione trionfale per il Cesena costringe Andrea ad assistere. Ma non affievolisce il desiderio di famiglia che costruisce un’annata memorabile. Sempre in tribuna a incitare i compagni. Mai sazio dell’apporto che riesce a dare. E la rincorsa a prendere il pallone insaccato in rete per riportarlo al centro del campo perché il tempo scorre contro la Next Gen è la dimostrazione di un Ciofi che non vuole perdersi anche solo un altro attimo di questo (B)ellissimo ritorno a casa. 

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L'”Eterna” passione di Ciofi

Guardarsi dentro e fare delle scelte. I freni dell’età quando si è troppo grandi. La paura dell’ignoto quando si è giovani. I sogni come scudi contro gli ostacoli. La voglia di spiccare il volo scuote un’anima che non riesce a staccarsi dal nido per il timore del “dopo”. Roma è la sicurezza di Andrea Ciofi. Il luogo nel quale la semplicità di un gioco diventa l’essenziale. La genesi di un legame. L’Atletico Moreno il primo fortino da difendere. A Marino fra le mura più solide e rassicuranti. Quelle che scorteranno il difensore classe 1999 all’età di nove anni fino a Trigoria. Quando due osservatori dell’A.S. Roma si accorgono di quel giovanotto sorridente, pacato ed educato. Indossare la maglia giallorossa è un regalo. Da onorare e ringraziare. Nove anni di settore giovanile della Roma per prendere coscienza di quanto lui e il calcio possano coesistere. Dedizione, sacrificio e rinunce. Serate con gli amici rimandate, posticipate a volte annullate. Qualche sospiro di rassegnazione perché sono momenti che ti fanno sentire “a casa” e che sai non torneranno. Senza rammarico perché sono le fondamenta della sua “Rocca”. Testa bassa e lavorare per costruire. Mattone dopo mattone. Così scala le gerarchie del vivaio romanista. Fino ad arrivare in Primavera dove l’allenatore Alberto De Rossi gli commissionerà l’impalcatura del reparto arretrato. Collaboratori? Mario Rui, Luca Pellegrini e Marchizza.

Cesena Ciofi
Credit: Luigi Rega

Roma…(gna) Capitale!

Impostare la difesa della Roma e scolpire l’uomo. Attraverso i legami. Lui e Frattesi: verso la prima squadra. Lì dove la maestosità del suo idolo Francesco Totti si innalzerà davanti ai suoi occhi. Allenarsi con il capitano, osservarlo, studiarlo e dare libero sfogo all’Andrea bambino che esulta ai gol del “Pupone”. Istantanee di semplicità: Andrea Ciofi. Ciò che lo spinge fino a disporsi alle spalle del campione del mondo per difendere l’area giallorossa contro la Chapecoense. Nel teatro dell’Olimpico. Il passato per indirizzare il futuro. 2018 dalla città Eterna alla città dei Papi. Il lento scorrere della storia. Cesena è la prima esperienza lontano da Roma. Tanti timori, nessuna certezza mescolate ai sorrisi accesi delle ambizioni. Primavera bianconera, 12 presenze e 1 gol. A colpire è l’accoglienza del mondo Cesena. La paura della solitudine e della lontananza frenata dagli incontri: Emanuele Valeri. La cura dell’amicizia per vincere il destino. Il Cesena fallisce. Andrea non vuole lasciare la Romagna, va all’Imolese dove, però, il senso del dovere, la riconoscenza e la passione prevalgono. Quando il Cesena riesce ad iscriversi alla Serie D Ciofi non ha dubbi. Bambino a Roma diventato uomo in Romagna. Il rispetto di chi arriva come ospite per diventare parte integrante di una famiglia: Ciofi a Cesena.

Cesena squadra
Credit: Luigi Rega

Famiglia

Tornare. Perché “a casa” si sta bene. Rinuncia alla Lega Pro per mantener fede ai suoi valori. Per riprendersi quello che sente suo. È l’annus orribilis del club. Nei fondali dei dilettanti il Cesena gioca senza maglie, senza cavalluccio sul petto perché la legge va rispettata, ma quando si crede in qualcosa si è pronti a tutto. Il destino premia: al termine della stagione i bianconeri tornano in Serie C. Ciofi è sempre più parte di una comunità. Gli occhi del bambino che si affaccia alla prima squadra in pochi mesi diventano il perno di un intero reparto. Con la riconoscenza massima: una fascia al braccio che oggi come ieri ha il valore di “capitan futuro”. Che per un romano e romanista è sinonimo di identità. Lui, che con 190 presenze con la maglia bianconera è oggi il “veterano” della squadra. Ciofi: “il giovane vecchio del Cesena”. Angelini, Modesto, Viali e oggi Toscano. La fiducia che sa di famiglia. La Cesena di Ciofi. A quella filastrocca Ciofi, Silvestri Prestia, oggi, va aggiunto anche Pieraccini, ma la sostanza non cambia. Personificazioni di un simbolo della città. Il prossimo viaggio di famiglia porta in Serie B.  Andrea Ciofi e il Cesena, sentirsi a casa.