Javorcic: “A Bari stringeremo la mano agli avversari, ma il Sudtirol vuole vincere”

L'allenatore alla vigilia della sfida del San Nicola

Ivan Javorcic allenatore Sudtirol
29 Aprile 2022

Redazione - Autore

“Il campionato l’abbiamo vinto, in Coppa siamo arrivati in finale e proveremo a essere competitivi anche in questo torneo”. Ivan Javorcic, allenatore del Sudtirol, gioca così alla vigilia la sfida del San Nicola contro il Bari, valida per la prima giornata della Supercoppa di Serie C. La sua squadra ha vinto il girone A con 90 punti, quella di Mignani con 75 (sarebbero 79 senza l’esclusione del Catania, ndr). “Sicuramente non abbiamo avuto tanto tempo per preparare questa partita ma domani c’è un trofeo in palio – spiega in conferenza – Giochiamo contro una grande squadra che ha vinto il suo girone e dovremo farci trovare pronti”.

Javorcic: “Bari, Sudtirol e Modena tre squadre vincenti”

Javorcic spiega poi la sua ricetta per vincere: “L’unico modo che conosciamo per essere competitivi è portare la nostra identità nel campo. Giochiamo contro un ottimo avversario, è una partita bella e interessante e dovremo giocarla con tutto quello che ci ha contraddistinto durante l’anno”. Sguardo anche al Modena, altro avversario da sfidare: “Si tratta di tre squadre vincenti, che hanno dimostrato di essere più forti delle altre durante l’anno. Sarà anche l’occasione per stringere la mano agli avversari e applaudire le società che hanno compiuto questa impresa. Abbiamo qualche acciaccato ma la rosa è competitiva e a Bari giocheremo una partita solida”.

Sudtirol

“Non abbiamo ancora la dimensione di quanto abbiamo fatto”

L’allenatore del Sudtirol si sofferma poi sulla promozione in B, ottenuta domenica scorsa grazie alla vittoria di Trieste. Sarà una prima, storica volta nella categoria per il club: “In questo momento è impossibile avere la giusta dimensione di quello che si è fatto, penso che questo lo si farà con il tempo. – ammette – è stato secondo me il giusto premio a tutto il gruppo di lavoro, a partire dalla società fino al direttore sportivo che si è speso per 4 anni per rendere vincente questo progetto, poi per i ragazzi, per lo staff e tutti coloro che lavorano nella società. Aver fatto parte di questa cavalcata è un motivo di orgoglio”.