La fiducia di Coppitelli, il Torino e la passione come stella polare: la storia di Antonio D’Alena

Rialzarsi. La barca dei sogni e delle ambizioni non può fermarsi. Antonio D'Alena lo ha fatto due volte. Oggi riparte dalla Lucchese

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11 Agosto 2022

Redazione - Autore

Un allenatore che veste i panni di un simbolo, una luce di speranza, gli infortuni e la capacità di un ragazzo di rimanere aggrappato con tutte le sue forze al timone del destino. Sono questi gli elementi che ci servono per comprendere al meglio la storia di Antonio D’Alena, ragazzo di 24 anni, nuovo acquisto della Lucchese per la Serie C 2022/2023.

Tutte le strade portano a Roma

Mottola è un comune pugliese di 15mila abitanti. È proprio lì che Antonio D’Alena comincia a dare i primi calci ad un pallone. Ed è proprio tra quei cortili, circondati dal chiarore degli edifici, che il piccolo Antonio comincia ad innamorarsi di questo gioco. Ha soltanto 14 anni quando il Lecce si accorge del suo talento. Il ragazzo, mediano in campo, riesce a costruirsi il proprio percorso nelle giovanili del club. Lì, nella sua Puglia. Le attenzioni si posano tutte su quel mediano che riesce a risolvere ogni situazione senza mai fare una piega. Bruno Conti, leggenda giallorossa della Roma, vuole portarlo fino alla capitale. Dagli scorci di Mottola, diadema di strade che abbracciano il comune, fino alle strade del Colosseo. D’Alena è giovane, ma sta costruendo la sua barca fatta di sogni ed ambizioni e non vuole rinunciare a questa tappa del viaggio. Tutte le strade portano a Roma. Stretta di mano, pacca sulla spalla e sorriso pieno di fiducia. Deve essere andato così il primo incontro tra Antonio e l’allora allenatore giallorosso Federico Coppitelli. E il resto dell’anno non fa altro che riflettere quell’intesa. La Roma di D’Alena e Coppitelli in campo vince lo Scudetto con gli Allievi. L’anno successivo, il ragazzo si trasferisce a Frosinone.

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Il Torino e la Serie C

D’Alena gioca ma comprende che quella squadra non sarà il suo futuro. Nel frattempo, 690 chilometri più a Nord, all’ombra della Mole Antonelliana, la mano di Federico Coppitelli si fonde in una stretta a quella del Torino. Antonio aveva ragione. E la conferma di quella sensazione che prendeva sempre più vita in lui quando giocava nel Frosinone arriva nel momento in cui lo schermo del suo telefono si illumina. Il numero è quello di Coppitelli: D’Alena è un giocatore del Torino. Nella Primavera della squadra granata le vele della barca del ragazzo si spiegano e la velocità comincia ad aumentare. 13 reti e 13 assist. Numeri che guidano il Torino fino al prato del Giuseppe Meazza per giocarsi la finale di Coppa Italia. Adesso non ci sono più dubbi. D’Alena è pronto per il passaggio nel calcio che conta. Quello dei grandi. Ed è qui che entra in gioco un altro elemento di questa storia: l’infortunio.

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Renate ed il primo infortunio

Antonio D’Alena vuole crescere ed è pronto a salutare Torino e Coppitelli. Ad accogliere il ragazzo c’è il Renate, in Serie C. Essere un professionista. Avere una passione che pone degli obiettivi giornalieri. Tre partite e la fiducia che aumenta, il buio improvviso. La corsa sul campo, il sudore che scivola sulla fronte, poi il ginocchio che cede. Il dolore invade l’animo. Il corpo prova a rialzarsi, ma Antonio non ci riesce. Il capannello dei compagni arriva in soccorso. La testa sull’erba che pensa alla velocità della luce. La voglia di gridare al cielo. Rottura del crociato. L’avventura con la maglia del Renate è già finita ed il ragazzo invece di correre sul campo si trova in una sala operatoria. A sistemare la rotta della barca dei sogni di Antonio ci provano in molti. Ma in mezzo a quel mare di persone, ecco che appare Coppitelli, all’Imolese. La volontà torna a spiegare le vele.

L’Imolese e la rinascita

Ancora Federico Coppitelli. L’allenatore conosce le qualità del ragazzo. Ripartenza al fianco di colui che ti ha cresciuto calcisticamente e la Serie C. La Dea bendata della fortuna però decide ancora una volta di voltare le spalle al ragazzo, colpendolo sul menisco. Proprio quando il tunnel sembrava alle spalle. Ancora quel capannello di compagni attorno a lui. Le loro espressioni parlano e questa volta D’Alena non ha neanche la forza di pensare ad un grido. Ma lui non si ferma. La capacità di rimanere aggrappato al timone del proprio destino. D’Alena si rialza. L’Imolese crede in lui. E nell’ultima stagione il ragazzo ha inserito nel proprio curriculum 25 presenze in campionato. La forza dei sogni va oltre ogni ostacolo. Adesso, la prua punta verso le mura di Lucca. Il tunnel è superato e alla Dea bendata oggi Antonio D’Alena sorride, con la voglia di chi vuole rincorrere la sua passione. La barca fatta di sogni ed ambizioni non può fermarsi.

A cura di Jacopo Morelli