Un nuovo format, una nuova Serie C. Quello annunciato dalla Lega Pro si appresta a essere un “appuntamento storico”, come lo ha definito il presidente Francesco Ghirelli. Una nuova formula che il consiglio direttivo ha già presentato e che voterà in Assemblea il 15 dicembre. Se ci sarà l’approvazione definitiva da parte del consiglio federale, il nuovo format potrà partire già dalla prossima stagione. Un cambiamento importante. E ogni cambiamento porta in sé novità, incognite, nuove prospettive. Un cambiamento frutto di una scelta. E scegliere, se fatto coscientemente, significa avere la consapevolezza di lasciare e rinunciare a qualcosa per aprirsi ad altro. Abbandonare anche delle certezze, per intraprendere una nuova direzione. Una direzione fatta di idee, progetti e azioni concrete per cercare di migliorare e migliorarsi. L’innovazione che si innesta nella tradizione. L’attrattività, i giovani, gli investitori e la sostenibilità economica. Perché dire sì a questo nuovo format della Serie C.
Uno l’obiettivo principale che muove l’azione e il pensiero di questa Lega Pro: mettere al centro i giovani. E come calciatori e come tifosi e pubblico. Ed è in questa direzione che si muove questa nuova formula. Cercando di portare le emozioni e l’adrenalina propria dei playoff all’interno di tutta la stagione, l’obiettivo è quello di avvicinare i giovani e le nuove generazioni alla Serie C e di riconquistare i tifosi delusi persi in questi anni. Stimoli, entusiasmo, sensazioni nuove. Come negli ultimi playoff. Una maggiore competitività e attrattività in luogo di uno schema più monotono e piatto. Un campionato che si ispiri ai principi e alle caratteristiche di realtà come l’NBA e la Formula Uno. Spettacolo e intrattenimento. Una attrattività pensata non solo nell’ottica del pubblico, ma anche di sponsor e nuovi fondi. Questo nuovo format, infatti, potrebbe rendere la Serie C un prodotto più interessante per possibili investitori. Questo senza dimenticare le radici e la tradizione. Unire l’innovazione alla storia peculiare e unica della Serie C, dando importanza alle realtà locali e alla territorialità propria di questo campionato.
Altro importante solco su cui si muove e si aziona questa formula è rappresentato dalla sostenibilità economica, pilastro fondamentale della Lega Pro. L’obiettivo è che il calcio italiano possa tornare a produrre ricavi. Per il sistema e per i club. Se tagliare i costi è stato il focus in questi mesi, e continuerà a essere un obiettivo, con la modifica del format si punta ad aumentare i ricavi. Questo anche sfruttando il fatto che a giugno 2023 andranno in scadenza i contratti di distribuzione televisiva dei match di Serie C. La nuova formula della Serie C permetterà di avere a disposizione un prodotto nuovo, avvincente e unico da sfruttare in fase di trattativa. La nuova Serie C sarebbe così contraddistinta dall’originalità di un prodotto diverso e attrattivo. Una realtà distinguibile, diversa, unica. Per le tv, per i tifosi, per le aziende che cercano innovazione e originalità.
Inoltre, l’inizio di questo format potrebbe costituire una spinta e un esempio anche per il sistema calcio italiano. Un cambiamento che si innesti in una riforma generale dei campionati. Un modo per anticipare e costituire un riferimento. Idee e cambiamenti necessari a livello di sistema. Perché una riforma e un cambiamento reali sono possibili solo se “sarà la testa collettiva a seguire questa visione”. Anticipare per innovare. Innovare per crescere.
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