Gli idoli Higuain e Cavani, l’amico Berardi: la Triestina ha il suo “Papu” Gomez

L'attaccante biancorosso ha segnato il gol decisivo nella sfida contro il Seregno

22 Dicembre 2021

Redazione - Autore

Momento d’oro per la Triestina. Ieri nel match contro il Seregno ha trovato il suo ottavo risultato utile consecutivo. La squadra, allenata da Cristian Bucchi, sta raccogliendo i frutti del lavoro e ora si trova in piena lotta playoff, con una partita da recuperare, quella con il Sudtirol. Una stagione sin qui importante per i biancorossi, che hanno chiuso il 2021 come meglio non potevano. La squadra non perde in campionato dal 24 ottobre, ovvero dalla sfida contro il Renate. Da lì sono arrivate cinque vittorie e tre pareggi, per dare una spallata decisiva nelle zone alte della classifica. Un segnale particolare sta nel fatto di aver raccolto più punti in trasferta nell’ultimo periodo. Ultima la vittoria di ieri a Seregno, che mancava dall’annata ’69/’70, con la firma del ‘Papu’ Guido Gomez. Ora la sosta, poi la ripresa ci regalerà lo scontro diretto con la Juventus U23, un finale coi botti per avere una spinta in vista del ritorno in campo.

Gli insegnamenti di papà Nestor, l’amico Berardi e il gol decisivo a Seregno

Non ci siamo sbagliati a scrivere ‘Papu’ Gomez, ma è proprio il soprannome con cui viene chiamato l’attaccante della Triestina. Stesse origini, quelle argentine, stesso cognome. Ieri contro il Seregno ha messo in campo quelle che sono le sue caratteristiche: la qualità e la voglia di non mollare mai fino alla fine. E’ il 90′ della sfida contro il Seregno e proprio Gomez trova l’inzuccata giusta per la rete che vale i tre punti per gli uomini di Bucchi. Gol, vittoria e tifosi in estasi. La voglia di non arrendersi mai, che è un po’ il ‘life motive’ della sua carriera. 

La carriera di Gomez parte a Sassuolo, prima Allievi e poi Primavera, dove segnerà 16 gol in 23 partite. Lì conosce e gioca con Berardi, amico e compagno, che sente tuttora. Dopo l’esperienza con le giovanili neroverdi un girovagare per la C, alti e bassi nella sua carriera. Scarso minutaggio e la poca possibilità di mettersi in mostra. Le occasioni, però, bisogna saperle aspettare e poi cogliere. ‘Carpe diem’ e così arriva Renate. In nerazzurro trova la sua miglior stagione da quando ha varcato i cancelli del professionismo. Trova continuità e gol, chiudendo l’annata in doppia cifra. Tanta forza e non arrendersi mai, sono gli insegnamenti acquisiti da papà Nestor, grande campione di biliardo, scomparso proprio negli anni a Renate. Insegnamenti che Gomez porta dentro, in campo e fuori, come aveva raccontato in un’intervista a gianlucadimarzio.com. Gli anni di Renate si chiudono la stagione successiva quando poi arriva la chiamata della Triestina, dove attualmente gioca e ne è diventato capitano.

La passione per l’NBA e gli idoli: Gomez incarna le loro caratteristiche

Higuain mi ha impressionato tecnicamente, per come fa gol, di Cavani mi ha impressionato la rabbia che mette in campo e l’abnegazione che ci mette per difendere il risultatodiceva Gomez. Ieri il gol da rapace d’area di rigore, bravo ad andarsi a prendere la palla e inserirsi, poi subito a difendere negli ultimi minuti il risultato acquisito. Motivatore e trascinatore della Triestina, non a caso è capitano, per la sua costanza e la voglia che ha di arrivare all’obiettivo finale: la vittoria. Tra i suoi idoli c’è anche e soprattutto LeBron James, Gomez è un grande appassionato di NBA, che prova ad emulare seppure in un campo diverso. “Mi rivedo molto in lui” – raccontava Gomez a gianlucadimarzio.com – “quando ha vinto uno dei primi titoli a Cleveland postò un video dove disse che aveva trionfato facendo una cosa che non era compito suo: difendere. Sono anche io così: se ho segnato e vinciamo 1-0, ma la squadra sta soffrendo e bisogna portare a casa il risultato io difendo fino alla morte”. A distanza di pochi anni ci basta vedere Seregno-Triestina per credere alle sue parole. Una chiusura con il botto, per darsi una spinta in zona gol e darla alla Triestina nella corsa ai playoff. 

A cura di Simone Brianti