“Zona Foggia”, il viaggio ai playoff della squadra di Rossi passa dai colpi di scena

Il racconto delle rimonte dei rossoneri

9 Giugno 2023

Alvise Gualtieri - Autore

Non importano i chilometri percorsi. Avere uno stadio intero contro non deve intimorire. Per chi gioca a calcio conta solo il risultato. La prestazione? Anche quella ha una rilevanza marginale. Si può anche soccombere all’irruenza offensiva dell’avversario per novanta minuti senza mai affacciarti nell’area di rigore opposta. Non c’è nulla di strano. Se al triplice fischio il punteggio è dalla tua parte è fatta. Si scrive vittoria si legge Foggia. I playoff della squadra di Delio Rossi si potrebbero riassumere in una parola. Semplice, ma ricca di valore sportivo: rimonta. L’accesso alla finalissima è quanto di più vero, emozionante, imprevedibile e spettacolare il calcio possa dare.

Foggia, come bloccare il tempo e segnare all’ultimo minuto

Agonismo, forza atletica, adrenalina o passione? Qual è il segreto del Foggia di Delio Rossi? Cosa scatta nella testa dei giocatori rossoneri in momenti come quelli che vivono nella semifinale con il Pescara? Sono tutte domande che qualsiasi amante del bel calcio si è posto nel seguire il percorso del Foggia in questi playoff. Chiamarla scalata alla Serie B sarebbe riduttivo. Potrebbe definirsi una vera rincorsa. Sì, perché è così che Schenetti e compagni arrivano a conquistare una finale del tutto inaspettata ad inizio competizione. Un Foggia che si qualifica agli spareggi dopo una regular season contraddistinta da continui stop, addii e nuovi arrivi. Cambiano le panchine, ma non la squadra. E la forza del Foggia che i prossimi 13 e 18 giugno proverà a trasformare un sogno in realtà va ricercata proprio lì. Nel gruppo. Un insieme di uomini, giocatori e professionisti.

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Credit: Antonellis

Ognuno con le sue caratteristiche. Tutti uniti verso l’obiettivo. La vittoria. In ogni singola partita. Da quella in apparenza più abbordabile a quella in cui devono mettere in campo tutto quello che hanno e forse di più. La doppia semifinale con il Pescara di Zeman è il sigillo definitivo. Due partite nelle quali mollare solo di un centimetro avrebbe significato soccombere alle ripartenze folgoranti di Delle Monache e Merola. Con un Lescano e un Cuppone che davanti alla porta rossonera mettono le radici. E sradicarli non è un lavoro agile. Lo dimostrano entrambi. L’argentino al 49° minuto della partita di andata, il secondo dopo solo due giri di orologio nel ritorno in Abruzzo. Ma se c’è un dato che salta all’occhio in queste gare è l’abilità con cui il club pugliese riesce a giocare partite come scrivessero trame intricate da romanzi gialli.

Di quelli in cui si è quasi certi di aver individuato il colpevole quando accade l’inimmaginabile. “Shock!“. No, non è colpa del maggiordomo. Il Foggia e i gol allo scadere. Rizzo e Markic: i “Renato Cesarini” del Tavoliere. 98° e 115° minuto. Il cronometro del tabellone luminoso dello stadio Adriatico si blocca. Non ripartirà perché saranno i calci di rigore a decretare la finalista. E sarà il Foggia che ancora una volta disegna la sua “remuntada”. Una gioia incontenibile. Abbracci, sorrisi e lacrime di gioia. Foggia e playoff. Una storia che può continuare. Fino alla fine. Che nessuno può immaginare quando arriverà.

Primo capitolo: Potenza, è quasi “Zona Cesarini”

Ricercando tra le vecchie teche Rai, nei quotidiani sportivi degli anni passati o anche in qualche almanacco del calcio che si può trovare stipato nelle librerie di qualsiasi appassionato non sarà difficile imbattersi nell’espressione “Zona Cesarini”. Il significato di questo modo di dire non necessita certo di particolari spiegazioni. A ispirarne la coniazione è Renato Cesarini, ex centrocampista della Juventus degli anni Trenta del secolo scorso. Un centrale abituato a fare gol. Ma solo quando lo decide lui. Ossia, nei minuti finali di una partita. In quella fase in cui gli spettatori stanno già abbandonando gli spalti perché la partita non ha più nulla da raccontare. Ma il calcio (e Cesarini) hanno un che di non pronosticabile.

Di Noia Foggia
Credit: Calcio Foggia

A salire sugli scudi è il centrocampista bianconero. E’ gol. La Juve rimonta. Che vinca o pareggi ha poca importanza. Ha segnato nei minuti di recupero. Come il Foggia. Una squadra a formato “Zona Cesarini”. Che oggi, grazie alle rimonte agguantate in questi playoff, assume il titolo di “Zona Foggia”. Spettacolo, azioni veloci, ripartenze arrembanti e una foga agonistica degna di una squadra che lotta solo per vincere. Ed è come volevasi dimostrare. Foggia più partita in svantaggio uguale rimonta e sorpasso. Un’equazione perfetta che trova nel ritorno del secondo turno della fase a gironi contro il Potenza la sua prima verifica. Minuto 86, lucani in vantaggio di un gol, Di Noia non ci sta. Pareggio raggiunto. Foggia avanti agli ottavi di finale.

Capitolo 2: il derby in “Zona Foggia”

Il capitolo successivo porta il titolo: Audace Cerignola. Un derby, una partita ricca di spunti. Portarla a casa per godere della supremazia sportiva sul territorio. I rossoneri allo Zaccheria devono rimontare i quattro gol subiti in trasferta. In ottanta minuti non accade nulla. Il Cerignola sente in lontananza le urla dei tifosi che festeggiano per il passaggio del turno.

kontek foggia
Credit foto: Foggia Calcio

Finché Schenetti non fa calare il silenzio. Il Foggia va in rete. Ma nulla è ancora fatto. Ai ragazzi di Rossi servono altri due gol. L’arbitro assegna il recupero. Il risultato è bloccato sul pareggio. Tre minuti e accade l’imponderabile. Suspance alle stelle. Prima Firgerio poi Kontek. Triplice fischio. E’ ancora “Zona Foggia“.

Capitolo terzo: i giovani “rossoneri”

Altro viaggio. Destinazione Crotone. Sfida di ritorno. Il primo match si chiude 1 a 0 per i rossoneri. I calabresi devono vincere con due gol di scarto per qualificarsi alla semifinale. Cernigoi e Gigliotti ne sono consapevoli. Quindi gonfiano la rete alle spalle di Thiam. La tensione è altissima, il Foggia deve inventarsi qualcosa. 51° Frigerio insacca. Siamo alle ultime battute. Il sudore scorre, la stanchezza travolge i calciatori in campo. Solo un episodio può cambiare le sorti del match. Al limite. Beretta pareggia i conti al minuto 85.

Credit Calcio Foggia

Quarto capitolo: Pescara-Foggia, le sorprese non sono finite

Si volta pagina. L’ambientazione del primo paragrafo del capitolo semifinale è in terra amica. Allo stadio Zaccheria. Petermann apre le danze dopo due minuti dal fischio d’inizio. Il Pescara rimonta e va in vantaggio con un rigore di Rafia e un gol del solito Lescano. Ma il Foggia non smette di stupire. Sessantesimo. Bjarkason sigla il 2-2. Ciò che segue ormai è cosa nota. E forse è già storia o magari lo sarà quando verrà aperta la pagina con scritto: “Fine, è Serie B”. Ciò che sappiamo è che il Foggia di Delio Rossi è capace di tramandare e raccontare imprese in ogni partita.

Zona Foggia”, un best seller che fa del climax il suo tratto distintivo.